Non se lo sarebbe mai immaginato.
Non aveva idea che quel tiro a canestro avrebbe cambiato una volta per tutte la sua vita e quella dei suoi compagni di squadra.
Non avrebbe mai creduto di diventare prima il giocatore capace di far vincere alla propria scuola, la Milan High School, l’Indiana High School Athletic Association State Tournament nel 1954 – suo il tiro della vittoria sulla Muncie Central High School; poi, nello stesso anno, di aggiudicarsi il titolo di Mr Basketball assegnato dalla stampa di settore; quella stampa specializzata che lo ha successivamente nominato miglior Hoosier del ventesimo secolo e che, secondo Sports Illustrated, lo ha consacrato uno dei 50 migliori sportivi originari dello stato dell’Indiana.
Non avrebbe nemmeno mai pensato di poter arrivare, un giorno, a rifiutare un contratto offerto dalla NBA per continuare a giocare nei Phillips 66ers.
Non avrebbe mai potuto sapere che la sua storia avrebbe persino inspirato un film, Hoosiers, con Gene Hackman nei panni dell’allenatore della mitica squadra.
Eppure, tutto questo è successo a Bobby Gene Plump, classe 1936, che incarna a pieno titolo il sogno americano che diventa realtà; un uomo che, grazie ad impegno costante e determinazione coltivati sul campo di gioco, è stato capace di costruirsi una vita di successo nel rispetto degli altri, migliorando in tutto e per tutto la propria condizione sociale, professionale e umana.
Forte del rigore sportivo necessario per arrivare a giocare ad altissimo livello, una volta smessa la divisa di giocatore Plump non è rimasto a piangersi addosso perdendosi nei ricordi di atleta. Al contrario, ha ricoperto ruoli prestigiosi all’interno della stessa Indiana High School Athletic Association e, grazie agli studi universitari mai abbandonati, ha fondato una società di assicurazioni e consulenza finanziaria ora gestita con altrettanto successo dai figli.
Questo percorso privato ritrova un parallelismo anche sotto il profilo sociale e comunitario.
La squadra di basket rivelazione del torneo studentesco del 1954 si era formata a Milan, piccola cittadina dell’Indiana dalla quale in molti cercavano di fuggire inseguendo una vita migliore. A quei tempi, quel posto non offriva tante possibilità ai giovani – e la cosa non sembrava essere diversa fino a pochi anni fa.
E’ proprio qui che, è il caso di dirlo, entrano ancora in gioco Plump e compagni. Facendo gioco di squadra e riconoscendo il basket quale segno caratteristico di Milan e della sua gloriosa storia sportiva passata grazie alla quale questa anonima cittadina americana è balzata agli onori della cronaca, questi giovanotti di altri tempi hanno investito sulla palla a spicchi e sul ricordo della squadra del 1954 per risollevarne le sorti. Un museo del basket, una nuova palestra per la scuola secondaria superiore – dalla quale non è però sparita la targa del punteggio finale di quella emblematica partita, e un ristorante basket-oriented gestito dalla stessa famiglia Plump sono solo alcuni dei punti di questa nuova partenza.
E, come è successo a Plump e compagni, capaci di trovare la propria strada grazie allo sport, anche Milan, ne siamo certi, splenderà nuovamente di luce propria grazie al basket e alla mitica squadra della Milan High School del 1954.
A cura di Chiara Franzetti