Ciò che l’avventura di Moro e della sua compagnia ha da raccontare, è di per sé incredibile. Che cosa spinge quattro persone a rischiare la propria vita pur di raggiungere ottomila metri di vetta mai esplorata in inverno?
Credo si stia parlando del desiderio di gloria. I grandi eroi del passato raccontati in leggende antiche sognavano attraverso la loro fama e coraggio di vincere la morte lasciando il segno del loro passaggio nella storia. Ebbene questo gruppo guidato da Simone Moro ha scritto qualcosa che rimarrà nella storia, rendendoli immortali. Più di trenta anni di tentativi e più di trenta spedizioni fallite e per questo gruppo oltre 80 giorni di attesa nel gelo, quasi tutti trascorsi forzatamente al campo base per sfuggire alle tempeste, terrificanti in quota: era difficile non arrendersi ancora all’inespugnabile inverno del Nanga Parbat. Un altro forte richiamo ad uno sforzo simile è sicuramente l’amore morboso per la natura e il confronto con essa: così come per un amante del pallone o dei motori, l’amore per la montagna è una passione che non si può spiegare in poche parole, solo vivere; ed è proprio questo senso di passione che porta gli scalatori a misurarsi con la Natura fino ad arrivare ai propri limiti, e talvolta a superarli.
“Abbiamo fatto una cosa assurda!” urla Simone Moro nel satellitare, l’unica forma di contatto con il mondo esterno. Ed effettivamente dopo tutti questi tentativi è stato veramente qualcosa di incredibile, a cominciare dal lavoro straordinario di squadra: tanta pazienza in una piccola tenda in cui ripararsi dalle tempeste e recuperare energie, ma non appena il tempo è favorevole partenza per la cima; a pochi metri del traguardo Tamara, la donna del gruppo che avrebbe tagliato per la prima volta il traguardo degli ottomila, seconda donna a farlo in inverno con la svizzera Marianne Chapuisat, ha messo da parte il suo interesse per il bene della squadra, ritirandosi perché non aveva abbastanza energie per il ritorno e per non far rischiare la squadra di perdere tempo ed aggirarsi nelle ore notturne in vetta.
Un meraviglioso video del gruppo di Moro racconta il segreto del successo di questa spedizione, ancora una volta riferito al gioco di squadra:”E’ stata veramente una bella salita, che solo assieme avremmo potuto fare, è stato un successo di squadra e non del singolo…abbiamo dimenticato già le difficolta, esistono ora solo le emozioni di questa magnifica avventura”.
A cura di Marco Angoli