“Ciò che conta non è la volontà a vincere, quella ce l’hanno tutti. Ciò che conta è la volontà a prepararsi a vincere.”
Paul William “Bear” Bryant
Ognuno di noi reagisce agli stimoli esterni “mettendo in campo” una risposta a più livelli: fisiologico, mentale ed emozionale. E’ proprio la risposta allo stimolo che influenza il nostro modo di agire, di pensare e per un atleta il proprio gesto tecnico.
Fatta questa premessa è evidente l’importanza di raggiungere una maggiore consapevolezza di ciò che accade intorno a noi al fine di riuscire (e poi vedremo come) ad influenzare volontariamente le nostre risposte.
Il termine biofeedback – Zaichkowsky e Takenaka (1993) – indica un insieme di tecniche utili allo sportivo (ma non solo) per comprendere al meglio cosa accade al proprio corpo a livello psicofisiologico in diverse situazioni in modo tale da permettere a lui stesso di apprendere al meglio come influenzare le sue risposte ed averne un maggiore controllo.
Nell’atleta una maggiore consapevolezza e un apprendimento di tecniche specifiche fanno sì che sia lui stesso ad autocontrollarsi al meglio.
Per far capire meglio a chi corre di cosa stiamo parlando mi rifaccio a uno strumento che conoscete molto bene: il cardiofrequenzimetro.
Questo strumento è usato dalla quasi totalità dei runners per acquisire un segnale importante come quello dei battiti del cuore al minuto.
Ora immaginate invece di voler prendere consapevolezza non solo della frequenza cardiaca, ma anche di altri parametri.
Tramite il biofeedback l’atleta è collegato a strumenti elettronici professionali e attraverso lo schermo di un computer può vedere il funzionamento di determinati parametri fisiologici tipici dello stato di attivazione del suo organismo:
- Temperatura periferica
- Conduttanza elettrica della pelle
- Dilatazione dei vasi sanguigni
- Attività respiratoria
- Frequenza cardiaca
- Variabilità cardiaca
- Tensione muscolare
- Attività mentale
Ricordate: il buon andamento di una prestazione non dipende solo da caratteristiche legate alla resistenza, alla forza fisica, alle ore d’allenamento, di lavoro o d’esercitazione: per ottenere una Top Performance è necessario essere in grado di mantenere un alto livello di attenzione e presenza mentale!
Se volete saperne di più vi invito a scrivermi: si possono costruire dei training ad hoc sulla base delle esigenze di ogni singola persona per acquisire la capacità di riconoscere e monitorare le modulazioni del proprio stato mentale ed emotivo, mentre si sta praticando o partecipando ad un’attività.
A cura di Lorenzo Ruspi