“Excalibur: il mio tennis sul tetto del mondo”, Sara Errani

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Rating “Lo Sport Insegna®”: 4/5

“Questa racchetta non la lascerò più, per tutta la mia vita. Non avevo mai provato una sensazione simile: mi sembrava di essere invincibile, di avere in mano una spada magica, come si chiama…quella di re Artù…ecco, sì, Excalibur! Guai a chi me la tocca.”

Sara Errani

Il libro è di facile lettura e presenta una veste grafica molto piacevole ed originale grazie a caratteri ben scelti, colori, fotografie e box in cui Sara si racconta.

Nel libro l’attenzione a livello di narrazione è su un biennio specifico, 2012-2013, nel quale Sara raggiunge il Master per due anni consecutivi…cosa mai riuscita ad una tennista italiana!

Dove nasce Excalibur? E perché Sara si affeziona alla sua nuova racchetta e non la vuole mollare più?

E’ Pablo Lozano, che allena Sara dal 2004, a consigliare a Sara di optare per una racchetta “long body” in modo da avere una leva più lunga che le consenta di incrementare la velocità di impatto fra la racchetta e la pallina. In fondo anche un campione del calibro di Michael Chang aveva fatto una scelta di questo tipo e non era poi andata così male essendo uscito vincitore dal Roland Garros del 1989. Sara inizialmente era titubante e non voleva abbandonare la sua fidata Wilson, ma durante un allenamento prova una Babolat “long body” ed è per lei la svolta, un vero colpo di fulmine. La scelta di passare a Babolat costa a Sara ben 30.000€ (no, non è il costo delle 6 racchette che acquista!) pari alla clausola di rescissione del contratto con la Wilson, ma Sara è testarda e determinata e va dritta per la sua strada.

Per una gran lottatrice come lei, il match non è altro che una battaglia, un duello all’ultimo sangue: non esiste un pareggio, vince solo uno e l’altro sportivamente parlando muore. Come in un poema epico la nostra guerriera si affida al suo equipaggiamento per sconfiggere la paura ed il nemico e da quel momento battezza Excalibur la sua nuova racchetta- spada!

Excalibur, la Babolat Pure Drive, diventa per Sara un talismano carico di anima e cuore che l’accompagna nei suoi successi di questo folgorante biennio sotto la guida di Pablo, l’amicizia di Roberta Vinci e l’affetto della famiglia con il fratello-manager Davide in prima linea.

La Spagna è protagonista nel film di Sarita: Il libro si apre e si chiude a Valencia, la città dove Sara si allena e dove nel 2011 prova per la prima volta in allenamento, da Beatriz Garcia Vidagany, quella che poi diverrà per lei Excalibur. Il suo coach Pablo è spagnolo così come Carla Suarez Navarro che la sconfigge al suo primo Australian Open e che è nuovamente sua avversaria al Roland Garros del 2012.

Accanto ai trionfi, non mancano per Sara i momenti duri e sono due gli episodi fondamentali: la lite con il suo coach agli Australian Open proprio contro la Navarro e il psuedo-litigio con la sua amica e compagna nel doppio Roberta Vinci a Cincinnati. Sara alla fine si chiarisce con entrambi e Pablo capisce che Sara è stanca fisicamente e mentalmente e con intelligenza le riduce i carichi di lavoro a favore della fase ludica che le restituirà energia per affrontare il finale di stagione.

Roberta e Sara, le “Cichis” (“cichi”in spagnolo significa “piccoletta”) vincono quasi tutto ciò che potevano vincere nel doppio, una specialità con una particolarità che lo rende unico: è una disciplina di squadra in uno sport individuale. Ma nel doppio sono altri i fattori che fanno la differenza: affiatamento, stima reciproca, simpatia ed amicizia per citarne alcuni. E nel doppio le Cichis sono imbattibili tanto da toccare con un dito la vetta del mondo e arrivare alla prima posizione assoluta nel ranking.

La spina dorsale nei racconti di Sara è la passione e il suo pensiero è ben chiaro dentro di lei: “se non ami con tutto il cuore ciò che fai, non potrai mai raggiungere certi traguardi. E sarà proprio la passione a spingere Sara dalla posizione 500 del ranking WTA fin alla posizione N. 5 (20 maggio 2013).

Il mio giudizio complessivo è buono e la lettura è consigliata a tutti e non solo agli appassionati di tennis.

A cura di Lorenzo Ruspi

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