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Il titolo è veramente centrato quando si parla di un grande coach e di un grande calciatore come Antonio Conte: è questione di metodo!
Alessandro Alciato, giornalista, scrittore e inviato di Sky racconta a tutti- per la prima volta- il metodo vincente del c.t. della Nazionale italiana attraverso episodi inediti che parlano delle sue indiscusse qualità di Leader e della sua straordinaria capacità di motivare gli uomini.
Già dalle prime righe traspare una attenzione maniacale riservata da Conte ad ogni dettaglio perché, come dice lui stesso in una sua intervista a Sky, “la parola allenatore deve racchiudere tutto. Non puoi essere solamente bravo da un punto di vista tecnico-tattico. Così come non puoi essere solamente bravo da un punto di vista psicologico, quando lavori sulle menti dei calciatori. Così come non puoi essere solamente bravo da un punto di vista gestionale, o nei rapporti con la società, o nei rapporti con i media. Devi essere bravo in tutto. Per fare questo devi studiare. Da quando faccio l’allenatore, per me, è un continuo studio.”
Alciato ci accompagna nel vocabolario di Conte per farci capire quanto per lui le parole siano importanti e abbiano un significato profondo e ci svela anche come lui sia un maestro nell’usarle per motivare i suoi uomini a non avere mai la “pancia piena”. Qualche esempio su pareggio o sconfitta? Serviti! “Considero la sconfitta uno stato di morte apparente.” E il pareggio? “Siamo al coma farmacologico o giù di lì!”.
Mi hanno colpito (fra i tanti raccontati nei molteplici capitoli in cui il libro si snoda) due passaggi che raccontano due aspetti che lo rendono unico (o quasi) nel panorama degli allenatori italiani:
– le riunioni tecniche con i giornalisti;
– la gestione strategica dell’ “intervallo”.
Conte è stato il primo, da neocommissario tecnico dell’Italia, a tenere una doppia lezione ai giornalisti a seguito della Nazionale. Non era tenuto a farlo, ma ha voluto spiegare loro come funziona il suo metodo e come funziona lui.
Tra tattica, schemi, pennarello rosso e pennarello nero, domande e risposte, Alciato ha ripreso alcune frasi che fanno parte del Conte-pensiero…una su tutte: “Se nel calcio non corri sei morto.” Facile da capire vero? Banale da applicare? Non direi proprio! Per Antonio la corsa è lavoro, fatica, allenamento, sfida ai propri limiti: significa combattere la voglia di fermarsi quando il traguardo neanche si intravede, non mollare nonostante la testa implori di farlo!
Grazie a queste lezioni Conte è stato da molti considerato un “rivoluzionario”, uno come Sacchi, simile a lui nella convinzione, nel credere in quello che fa e nella passione che ci mette.
E, parlando della gestione dell’intervallo devo dire che anche qui il termine rivoluzionario mi sembra molto azzeccato: gli altri allenatori fanno grandi discorsi prima e dopo le partite, lui durante.
Conte non si accontenta mai e trova sempre anche un piccolo dettaglio che non lo ha soddisfatto dei primi 45 minuti e soprattutto vede in anticipo ciò che può succedere nei successivi quarantacinque minuti. Come scrive Alciato: “Fosse un Gran premio di Formula Uno, i suoi sarebbero i pit stop che decidono la classifica finale”.
Un libro scritto bene, scorrevole e schietto, così come il carattere del protagonista del racconto, famoso per la seguente frase: “In un ristorante da cento euro non si può mangiare con dieci”.
Buona lettura!
A cura di Lorenzo Ruspi