Rating “Lo Sport Insegna®”: 4/5
Non siamo di fronte all’ennesima biografia di un campione, ma ad una lettera d’amore scritta ad un campione infinito come ringraziamento vero per l’oggi, per quello che Valentino sta regalando a tutti oggi e non per quello che ha vinto nella sua straordinaria carriera.
E’ importante ricordare che Terruzzi scrive questo libro nel momento in cui Valentino è ancora in lotta con Lorenzo per cercare di vincere il suo decimo titolo e il sottoscritto decide di fare la recensione ora quando è chiaro a tutti come purtroppo è andata a finire.
Lo stile del racconto è figlio di un “marchio di fabbrica” che potrei definire “stile Terruzzi” ossia fresco, confidenziale, cadenzato, pieno di passione.
Appare sfacciatamente evidente l’amore incondizionato di Terruzzi per Valentino e, pagina dopo pagina, si scopre qualcosa in più del campione, ma soprattutto del ragazzo, dell’uomo che c’è in lui: “Tu, Valentino, che impenni con la bici, la ruota liberata dalla forcella, un precoce equilibrismo da funambolo. Lo scooter per saltabeccare sui marciapiedi, per le prime pieghe tra marciapiedi noti, una voglia da scorribanda innocente. L’ Ape Piaggio messa giù da gara, con il roll-bar da capottamento sicuro, gli adesivi come insegne per l’arrembaggio.”
Terruzzi è il narratore ideale per far conoscere a chi legge un Valentino più intimo e per farlo usa tutte le sue armi: la complicità di papà Graziano, gli incontri con Vale, il pensiero dei suoi avversari e quello che di lui pensano gli amici più fidati che sono diventati poi parte della sua truppa.
La lettura scorre in modo fluido e arrivo circa a metà del libro dove capisco ancora meglio – dalle parole di Terruzzi- che Valentino non si accontenta mai e cerca sempre la perfezione in quello che fa avvertendo immediatamente l’odore del nemico! “Abbiamo imparato che i campioni si comportano come i leoni. Capobranco. Individuano immediatamente un possibile rivale, è una questione di odore. Naso. Istinto. E’ una questione che ho potuto osservare più volte”.
E parlando di campioni Terruzzi trova a Valentino un posto a sedere nel suo cuore vicino ad un altro grande campione e uomo prima di tutto, Ayrton Senna.
Ci sono sicuramente passaggi molto importanti sui quali l’autore si sofferma più che su altri perché provocano qualcosa di fortemente umano nella reazione di Valentino: la morte del Sic in cui fu “coinvolto, senza poter deviare, senza poter fare null’altro!” e il controverso rapporto con Il Fisco che lo fece apparire agli occhi di tutti come un evasore, un italiano “trapiantato” a Londra.
Proprio relativamente a questo ultimo episodio l’autore si schiera apertamente non in difesa del campione, ma in difesa dell’uomo, del ragazzo che conosce bene: “Sapevo un paio di cose, le davo per certe. Che corresti per vincere con in palio soltanto un boero, una fetta di mortadella. Che i soldi per te non sono una molla, sono una conseguenza, anche quando sono tanti, commensurati al giro d’affari che ti circonda, che produci e gratifica un universo intero.”
Il colpo di coda Teruzzi lo dà grazie alla fortuna – fra le sue frequentazioni- di annoverare un tale Tonino Guerra (ve lo ricorderete quasi sicuramente nella pubblicità per l’insegna UniEuro con la famosa frase: “Gianni l’ottimismo è il profumo della vita!”), primo collaboratore di Federico Fellini e grande poeta romagnolo.
Guerra spiega al suo amico Giorgio il segreto di Valentino: “Ha un elfo, un folletto, qualche spiritello che lo protegge, lo consiglia …Quando viene il momento della corsa, salta dentro la moto ed è fatta, vanno via insieme in quel vento straordinario che conoscono solo loro.” E Valentino un giorno confida a Terruzzi la sua paura a girare per casa di notte: “Sì, sì, magari trovo uno spiritello, un mostrino da qualche parte, in bagno, non si sa mai”.
In sintesi: Libro consigliato per una lettura veloce e per scoprire meglio un pilota, un guerriero, un campione, un eroe e un uomo che non è tutto lì, in bella vista.
A cura di Lorenzo Ruspi