Lo Sport è vita!

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C’è una citazione molto interessante per provare a raccontare Erika ed è tratta dal primo film della serie Fast&Furious dove il protagonista Domenique Toretto, per provare a definire che cosa si prova quando si corre in macchina dice: ”Vivo la mia vita un quarto di miglio alla volta”.

E’ una sensazione molto simile a quella che prova Erika Novarria, ex kickboxer ora pugile che tempo fa dopo un incidente in moto, vive con la protesi:”Per me è vita, nei momenti di sconforto mi basta salire su quel quadrato tra le corde per stare bene”.
Lo scorso sabato 20 Febbraio, Erika ha debuttato per la prima volta ad un esibizione al Teatro Principe, da cui ha lanciato un messaggio molto chiaro:” “Lavorare combattendo. Questo potrebbe essere il crocevia per attrarre qualche team. Certo che qui in Italia è dura, ma io girerei il mondo pur di poter diventare professionista. Nel frattempo mi impegno al massimo delle mie possibilità. Lavoro otto ore al giorno, posso allenarmi solo la sera. Lo faccio almeno quattro volte la settimana, ogni seduta è di un’ora e mezza”.

Non è purtroppo semplice superare quell’idea pregiudiziale per cui “senza una gamba non si può”, ma è una barriera che non impensierisce minimamente Erika, che dall’Ottobre 2009, periodo dell’incidente, ha vissuto letteralmente una lunga odissea tra operazioni e frustrazione per non poter stare su quel ring, ma grazie alla sua meravigliosa forza di volontà ed al supporto della sua famiglia e del suo allenatore e mentore Andrea Sarritzu, ex campione d’Europa dei pesi mosca che dirige la Opi Gym dove la milanese si allena, ha ripreso a combattere al grido rappresentato dal hashtag #senzabarriereboxing.

Vivere e non sopravvivere. Il messaggio che Erika lancia alla boxe, allo sport in generale e a tutti coloro che hanno avuto un’esperienza simile alla sua, comunica passione e gioia di vivere: non sarà una protesi a fermare quello che Erika è sempre stata, un po’ ribelle e a volte testarda, ma sempre ferma nelle sue intenzioni di seguire ciò per cui vale la pena vivere, il ring…quel ring sul quale per un’ora e mezza al giorno, si sente libera!

A cura di Marco Angoli

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